Recensioni

Paese d’ombre, Giuseppe Dessì

i-paese-ombreBuongiorno! Oggi vi scrivo di Paese d’ombre, scritto da Giuseppe Dessì e vincitore del premio Strega nel 1972. Un libro che ho odiato durante la scuola e che ho invece riscoperto con piacere. Il libro è ambientato a Villacidro, e attraverso la sua lettura vengono rievocati luoghi ancora presenti e ben visibili nel paese, quindi una volta letto vi consiglio di visitarlo per riscoprire i luoghi perfettamente descritti da Dessì. A questo scopo, il Parco Culturale Giuseppe Dessì, ha creato degli itinerari specifici che ripercorrono le vie dei romanzi di Dessì, e che potete trovare cliccando qui.

Trama: Protagonista di questo potente affresco contadino è Angelo Uras, il quale, nato povero e diventato possidente per una fortuita eredità, comincia a conoscere l’assurda realtà sarda, quando ancora adolescente viene accusato di un omicidio che non ha commesso. Una volta diventato adulto egli si batte con tenacia contro tale realtà antica, ma anche contro tutte le forme di speculazione moderna, come per esempio quella di coloro che vorrebbero distruggere i boschi intorno al paese. E in questa continua lotta in difesa del proprio ambiente e della giustizia, Angelo Uras diventa l’eroe simbolico di una Sardegna al tempo stesso antica e “diversa”.

Recensione: Il libro è ambientato a Norbio, ossia Villacidro, paese a pochi km da Cagliari, negli anni a cavallo tra l’Unità d’Italia e i primi anni del XX secolo. Narra la storia di Angelo Uras, dall’infanzia alla vecchiaia, alla quale si intreccia la storia di Villacidro e della Sardegna. Angelo, nato povero, darà una svolta alla sua vita grazie a un importante eredità lasciatagli da Don Francesco Fulgheri, e da lì continuerà a migliorare la sua condizione grazie a scelte giuste e forza d’animo che lo portarono a diventare addirittura sindaco del paese. Angelo rappresenta la bontà d’animo, la risolutezza, la caparbietà e la forza di portare avanti le sue idee, sempre giuste e lungimiranti. In Paese d’ombre c’è anche spazio per l’amore, in primis quello tra Angelo e Valentina, l’unico vero amore della vita di Angelo, quello nei confronti della madre Sofia e l’amore verso gli animali, in particolare Zurito e Carignosa. Attraverso le vicende personali di Angelo, Giuseppe Dessì ci narra le vicende collettive della Sardegna; è l’occasione per parlare della legge delle chiudende, del taglio indiscriminato dei boschi intorno al paese, dello sfruttamento e della subordinazione della Sardegna al Continente, della vita politica diretta a proprio piacere dalla classe borghese, e infine dell’eccidio di Buggerru, avvenuto nel 1904, quando l’esercito sparò sugli scioperanti che chiedevano migliori condizioni di lavoro. Ma è anche l’occasione per raccontare Villacidro, paese natale dell’autore, per parlare delle sue feste, delle pariglie che una volta si svolgevano nella via Roma, delle difficoltà dovute alle piene della Fluminera, della nascita del Lavatoio, del problema dei suicidi e degli incendi. Un incredibile affresco della Sardegna che trasporta e coinvolge il lettore. Sono convinta che Dessì dovrebbe essere letto di più, e io non posso che consigliarvi questo suo romanzo. Se non lo trovate in libreria, qui trovate il pdf! 😉

Tratto dal libro: “L’anima dei defunti, secondo un’antica credenza di Norbio, dopo aver vagato per la campagna come l’odore di un’erba o di un fiore, sceglie una tenera pianta, e vi si rifugia, e in quell’asilo vegetale rimane fino a quando non piaccia a Dio di accoglierla nella sua gloria.”

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